Cos’è l’AI conversazionale e come funziona?

Cos’è l’AI conversazionale e come funziona?

L’intelligenza artificiale conversazionale (AI conversazionale) è una tecnologia che consente a sistemi computerizzati di dialogare con le persone come farebbe un essere umano. Chatbot e assistenti virtuali (come Siri e Alexa) sono esempi comuni di strumenti basati su AI conversazionale, sistemi che utilizzano grandi quantità di dati e algoritmi avanzati per capire ciò che l’utente dice o scrive. Grazie all’elaborazione del linguaggio naturale (NLP), il sistema interpreta domande e comandi, mentre l’apprendimento automatico (machine learning) gli permette di migliorare nel tempo.

Riconosce input vocali o testuali, ne coglie l’intento e può persino rispondere in lingue diverse.
L’AI conversazionale automatizza le risposte alle richieste degli utenti, rendendo più semplice la comunicazione con i clienti. Un assistente virtuale risponde alle domande frequenti dei clienti 24/7 e consente ai team di supporto di dedicarsi a compiti più strategici.

Come funziona l’AI conversazionale

L’AI conversazionale integra tecnologie di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e algoritmi di apprendimento automatico (machine learning) per comprendere e rispondere agli utenti. Il sistema è addestrato su grandi raccolte di conversazioni reali e impara a interpretare domande e comandi.
Man mano che viene utilizzato, ogni interazione con l’utente genera dati utili. Se il sistema sbaglia a rispondere o un utente chiarisce la propria richiesta, le informazioni alimentano il suo apprendimento e concorrono a creare un ciclo continuo di feedback.

L’AI utilizza nuovi esempi per perfezionare le risposte future

Il componente di NLP analizza il testo o la voce dell’utente per comprenderne il significato, mentre l’apprendimento automatico regola autonomamente il modello basandosi sulle interazioni. Uno dei grandi vantaggi dell’AI è la capacità di imparare dai propri errori, riconoscere sinonimi e sfumature del linguaggio e migliorare costantemente.

Le componenti dell’AI conversazionale

Come funziona l’AI conversazionale in dettaglio? Abbiamo detto che l’AI conversazionale combina il Natural Language Processing e il Machine Learning per comprendere e generare linguaggio umano. I sistemi basati su ML apprendono dai dati e migliorano automaticamente con l’esperienza, riconoscendo pattern nei dialoghi e affinando le previsioni man mano che aumentano gli input.

Il NLP scompone il linguaggio (tokenizzazione, analisi sintattica, riconoscimento di entità) per capirne il significato e generare risposte appropriate. Nei sistemi vocali entrano in gioco anche speech-to-text (ASR) e text-to-speech (TTS): ad esempio, un assistente vocale trascrive il parlato in testo, lo elabora e quindi risponde trasformando il testo in voce. L’AI conversazionale dispone di più moduli che lavorano in sinergia:

  • Generazione dell’input: l’utente invia domande o comandi tramite una chat, un’app o un assistente vocale (input testuale o vocale).
  • Analisi dell’input: il testo viene processato con tecniche di NLU (Natural Language Understanding) per determinare l’intento dell’utente e individuare le entità chiave nella frase. Se l’input è vocale, viene prima trascritto con ASR e poi analizzato con NLU. Un componente “brain” del sistema usa modelli di NLP e (oggi anche grandi LLM) per identificare cosa l’utente vuole ottenere (p.es. “reimposta password” o “tracking ordine”).
  • Gestione del dialogo: un dialog manager tiene traccia dello stato della conversazione (contesto, domande precedenti, ecc.) assicurando coerenza nel dialogo. Parallelamente, un modulo di NLG (Natural Language Generation) formula la risposta più adatta da fornire all’utente. Ad esempio, dopo aver riconosciuto un’intenzione, il sistema costruisce in linguaggio naturale la spiegazione o l’istruzione corrispondente.
  • Apprendimento per rinforzo: man mano che il bot interagisce con gli utenti, entra in gioco il reinforcement learning: il sistema riceve feedback (espliciti o impliciti) sulle risposte fornite e ricalibra i modelli per migliorarle nel tempo. In questo modo il chatbot impara a dare risposte sempre più accurate e rilevanti basandosi sull’esperienza diretta e sui premi/penalità ricevuti dagli utenti.

Tutti questi componenti, ML, NLP (con NLU/NLG), moduli vocali (ASR/TTS) e algoritmi di apprendimento continuo, lavorano insieme per simulare una conversazione naturale. Grazie a ciò, l’AI conversazionale può comprendere domande, mantenerne il contesto e rispondere in modo autonomo, migliorando progressivamente la qualità del dialogo con l’utilizzo.

Esempio d’utilizzo dell’AI conversazionale

L’AI conversazionale viene impiegata in vari contesti aziendali, spesso sotto forma di chatbot o assistenti virtuali omnicanale con applicazioni differenti, di cui vedremo alcuni esempi.

AI conversazionale per l’assistenza clienti online

I chatbot possono sostituire gli operatori umani per domande frequenti, ottenendo risposte veloci su FAQ e problemi ricorrenti (gli esempi più comuni sono le procedure per il reset password, il tracking delle spedizioni, gli orari di apertura di un’attività, le politiche di reso, ecc.).

Chatbot di questo tipo possono risolvere problemi ripetitivi in pochi secondi, abbattendo i tempi di attesa e con la possibilità di avere un supporto multilingua, scavalcando le barriere linguistiche con clienti di tutto il mondo. Immaginiamo un chatbot di una compagnia aerea che invia aggiornamenti sui voli via WhatsApp, gestendo le conversazioni con i viaggiatori per ridurre le chiamate al call center. In linea generale, l’AI conversazionale aumenta la copertura del servizio (24/7) e permette agli operatori di concentrarsi sui casi più complessi.

AI conversazionale per maggior accessibilità e assistenza alla persona

Le interfacce conversazionali (chat o voce) riducono le barriere di comunicazione per utenti con disabilità o scarse competenze digitali. Si tratta di funzioni di text-to-speech e traduzione automatica che permettono alle persone non vedenti o non udenti, di interagire facilmente con i servizi online oppure di chatbot dedicati ad utenti con disturbi cognitivi.
Possono infatti aiutare queste persone a seguire istruzioni quotidiane (promemoria per medicine, informazioni sanitarie, ecc.) e consentono di verificare le informazioni in modo naturale. In questo modo si amplia l’accesso a prodotti e servizi a categorie di persone tradizionalmente escluse.

AI conversazionale nei processi HR e formazione dipendenti

Per l’ufficio risorse umane, l’AI conversazionale può semplificare compiti come l’onboarding di nuovi dipendenti, l’aggiornamento delle anagrafiche del personale e i processi di formazione continua. Un chatbot interno, ad esempio, può rispondere automaticamente a domande sulla situazione ferie, sulle buste paga o sulle policy aziendali, oppure guidare un neoassunto per l’invio dei documenti necessari.

L’AI conversazionale nella sanità e per l’assistenza ai pazienti

In ambito sanitario, chatbot e assistenti virtuali possono migliorare l’engagement dei pazienti e la qualità delle cure mediche. Possono, ad esempio, aiutare a prenotare appuntamenti, fornire le informazioni mediche di base o inviare promemoria per l’assunzione di farmaci.
Le applicazioni AI possono poi trascrivere le visite mediche (speech-to-text) per ridurre il carico amministrativo sul personale sanitario.

L’AI conversazionale nei dispositivi IoT e negli assistenti vocali

In molte case oggi troviamo almeno un dispositivo “smart” (speaker, smartwatch, TV connessa). Le piattaforme come Amazon Alexa, Apple Siri e Google Assistant usano l’AI conversazionale per gestire i comandi vocali: dall’impostare sveglie fino a controllare le luci, oltre a rispondere a domande e ricerche tramite il web. L’integrazione di AI conversazionale in oggetti di uso quotidiano è crescente e si prevede che in futuro molti dispositivi connessi sfrutteranno questa tecnologia per interagire in modo naturale con l’utente.

L’AI conversazionale nei software aziendali e negli ERP

Anche in applicazioni, ERP, software di qualsiasi genere l’AI conversazionale è già presente.
Funzioni che siamo abituati ad utilizzare da tempo, come l’auto completamento delle ricerche su Google o i correttori ortografici intelligenti, utilizzano NLP per anticipare le necessità dell’utente. I chatbot interni possono aiutare a navigare tra i database o i documenti aziendali, facendo domande al linguaggio naturale anziché compilare form complessi. Molti chatbot attuali, definiti “narrow AI”, sono focalizzati su compiti specifici per ridurre i tempi e i costi nella gestione delle interazioni di routine, offrendo risposte rapide e coerenti.

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